Scientificamente si descrive col termine di panniculopatia edemato-fibrosclerotica, ma nell’immaginario collettivo è ciò che si associa convenzionalmente con l’aspetto della pelle a buccia d’arancia.
Si tratta di un’alterazione degenerativa del tessuto adiposo, sede di anomala circolazione venosa e linfatica: gli adipociti si gonfiano e si avvicinano sempre di più l’uno all’altro, schiacciando i piccoli vasi sanguigni che non riescono più ad ossigenare i tessuti.
In condizioni fisiologiche, le cellule adipose (adipociti) funzionano da riserva di energia per l\’organismo. In caso di stasi del circolo, questa \”riserva\” si accumula fino a comprimere i capillari sanguigni, che iniziano a trasudare liquidi (plasma). Ciò comporta un\’ infiammazione del tessuto adiposo con formazione di tralci fibrosi ed un’ulteriore compressione dei capillari, alimentando un circuito vizioso.
Si assiste dunque al ristagno di liquidi e deposito di grassi.
Esistono tre diversi stadi che definiscono la “cellulite”:
1)Edematoso
Gambe e piedi gonfi e pesanti per la stasi causata dall’insufficienza venosa e linfatica. I tessuti sono poco tonici, la pelle presenta una lieve buccia d’arancia.
2)Adiposo
Spesso associata al sovrappeso, si presenta calda al tatto, compatta, con lieve effetto a materasso.
3)Fibroso
Grado molto avanzato della cellulite: pelle a materasso evidente con piccoli granuli sottocutanei e indurimento dei tessuti. La cute risulta fredda e dolente al tatto.
Va distinta rispetto alla semplice adiposità distrettuale, in cui il tessuto adiposo è presente in maggior quantità (ma con adipociti normali per forma e funzione) per una riduzione dell’attività lipolitica (distruzione del grasso) ad opera degli ormoni sessuali.